martedì, dicembre 30, 2008

Fine

Mi sono subito reso conto che scrivere fine come titolo del post possa giustamente, ma fallacemente far riferimento ad una lista possibile di ciò che questi ultimi giorni provoca nel mio ricordo e nella mia volontà di futuro.

Mi confrontavo con il suicidio.
Potrebbe essere in realtà molto semplice morire, per mano propria, serenamente e lucidamente, perché esausti. Lasciarsi scivolare lungo la cornice di un davanzale al quinto piano di un palazzo, senza che nessuna oda il tonfo prodotto da un corpo macilento che viene in contatto con un suolo che sembra là che ti chiami, vieni giù.
Ho finito di leggere un libro ed è stata una sorpresa accorgermi come non mi aspettassi nulla al pari di un semplice finale non troppo lontano dalla logica, ero solo troppo preso da ogni singola parola, ogni frase di un testo che scorreva e in alcune parti più ricercate offriva una gamma descrittiva di azioni e immagini concrete quasi sconcertante, per accuratezza e tecnica.
Non parlo di suicidio estremo e disperato: sembra paradossale concepire la parola suicidio in maniera distaccata da atto estremo e folle. C'è differenza.
Schopenhauer affermava che il suicidio rappresentava la vittoria surclassante e inoppugnabile della volontà di vivere; paradossalmente il suicidio, come rifiuto della vita terrena a cui si è stati destinati, è quindi la liberazione dalla frustrazione dell'esistenza effettiva, a cui si dice no, sperando di accoglierne in questo modo una nuova, semplicemente un'altra vita, in cui credere di poter far meglio tutto ciò che si è fatto nella ormai da poco precedente, rifiutata. Non si tratta esattamente di un gioco di rifiuto e nuova accettazione, la vita. Pensavo al suicidio come affascinante constatazione della grandezza di un genio umano, che ha concluso tutto e vuole morire. Quel libro è davvero un bel libro.
Penso che tante volte l'uomo sia troppo codardo, pavido e tutto fuorché coraggioso per giungere a perpetrare una simile pugnalata mortale all'esistenza che l'ha animato di soffio vitale; dico meno male perché forse a questo punto ci sarebbero morti continue e apparentemente ingiustificate, immotivate, c'erano dei problemi, ma non credevo fino a tal punto. Ma è affascinante sapere che sia esistito qualcuno così forte da mettere a tacere la voce che tutti hanno dentro, e quell'istinto naturale che proclama la necessaria sopravvivenza; qualcuno di così tormentato, personaggio noir esploso in silenzio, qualcuno di così presuntuoso, egoista e non vigliacco: bensì coraggioso, e così idiota.
Ma l'uomo ama la vita, ne ha paura, della vita, della sua, di quella degli altri simili, e lotta per cercarle un senso.
E' così affascinante, però.

giovedì, dicembre 25, 2008

Din-Din

Un'immagine che scalda e promette sorrisi passionali.
E' il 25 di Dicembre, Auguri di Buon Natale, un nuovo Natale, puntuale, determinante. Sereno, davvero?
Ascolto le canzoni che hanno composto il mio Medium
Christmas songs' Cd, con le cuffiette da American cool boy, che mi isolano dal mondo, e mi fanno trovare per un pò, la pace. Ieri sera andando al letto ho posto questa domanda a me stesso, ma più che una domanda, è stata un rivoltante e rivoltoso rendersi conto di quanto vorrei fosse tutto diverso a volte, nel mio saper vivere, nel mio essere e saper essere: credo io mi sia sempre un pò sopravvalutato, in importanza e capacità di vero affetto, l'uomo è talmente egoista da illudersi che tutto sia così come debba essere e va bene, perché fa bene a lui stesso, proprio a lui, gli altri, beh io sono egoista!
Si può riuscire ad amare veramente? Mi sono bloccato, in me, nella paura asfissiante di qualcosa che dovrebbe essere diverso e che così non va, ed ho avuto paura della sterilità del mio pensiero, così arrugginito da amarezze che io in me avrei potuto evitare, sensi di colpa galoppanti ed irrequieti che si impossessano del mio errore e mi fanno riflettere, e constatare quanto sia piccolo, egoista, e insoddisfatto.
Io non credo di non saper amare. Non è così. Ma provo inadeguatezza adesso, fonte di questioni irrisolte e tanti fraintendimenti, e allucinazioni, sobbalzi stomacali, battiti di cuori, sofferenza.
Come poter cambiare tutto? Come potermi liberare da questo manto di sporcizia misera e poter vivere, e ringraziare di essere amato così tanto da un amico che ho sempre paura di non rispettare?
Come? Ho sempre sbagliato?
Tutto ciò prescinde dal terribile vittimismo. E' morte del mio riflettere.
Ma l'uomo pensa.
Sperando che questo mal di pancia passi, Grazie amico dei tuoi bei doni, io ho il tuo primo cd!:)

venerdì, dicembre 05, 2008

Tranquillo evolvere di figure mentali sonore

Ci sono alcuni che sentono soddisfazione nel portare a termine i propri compiti (anche scolasticamente parlando), è un elemento che li rende pieni e avviluppati in una sensazione di fare ed aver fatto. Ho studiato e mi sento bene, ovvero calmo perché so di aver concluso qualcosa. Tempo trascorso a sfruttare minuto per minuto poetiche espressioni del cuore, della mano e del pensiero. Mente in attività e tanta voglia di fare.
Poi però è così tremendamente facile perdersi in un bicchiere di noia e apatia.
Ci sono tremila libri che voglio leggere, canzoni che voglio ascoltare, sogni da realizzare, e tutto si ferma così, d'un tratto, in due mani senza vitalità ed ossessivo movimento? Al diavolo questo essere uomini, vogliamo cambiar pelle si o no?
Ascoltavo delle canzoni scaricate per caso da un sito musicale e sentivo la testa girarmi, poi bloccarsi d'un tratto e rimanere come priva di cervello, solo una superficie epidermica, né ossa né muscoli, solo Occhi. E sprofondava la vista in un vortice silenzioso e veloce in cui mi era concessa solo la visuale frontale, come avessi le code dei miei occhi tappate dai paraocchi equini. Sentirsi imprigionato in una visuale limitata rettangolare di larghezza limitata. Ho pensato che da solo non valgo niente, un pò il concetto di "Happiness is real only if shared". Sorta di epifanica raccomandazione anti-egoistica.
Ma senza approfittarsene.

Vortix de sensations qui n'ont pas des lignes d'explications

lunedì, novembre 10, 2008

Un post pour cette yu qui est la Reine

J'étais en train d'étudier le chinois, et j'écrivais des caractères qui puis ne sont que la façon de laquelle on écrit les mots du chinois, ceux qui souvent en se trompant sur la signification use to les appeler idéogrammes. (En effet je viens juste de controler sur mon vocabulaire français l' écriture correcte de IDEOGRAMME et j'ai trouvé cet exemple - Les idéogrammes chinois..)
Mais ce n'est pas ça ce que je voulais dire, et c'est toutefois une chose pas très importante.
En étudiant la manière d'exprimer en chinois le concept d'état et les noms qui signifient les états les plus connus du monde, il y avait écrit aussi Faguo, avec des accents évidemment que je peux pas insérer ici car le clavier ne possède pas d'éléments qui sont pas italiens du tout. Francia
J'ai eu peur, et j'ai l'impression que cette sensation est une constante présence, qui veut me faire comprendre que les choix causent toujors des renonciations inévitables, et puis on doit penser de nouveau, les pas qui ont été faits, les souffrances, les doulers, tout est en discussion.
Je veux écrire un peu en français, je pense je vais le faire, c'est toujours un exercice et une manière pour me sentir plus près de quelque chose qui me fait rever, les yeux ouverts.
La vie doit etre une roue de nouvelle connaissance, toujours on doit apprendre.

(..)Ma Muse de la Chanson se trouve si près de moi et je peux pas aller..
Carmen désir de "chanson guitarresque".


Eri tu, quel tasto dolente eri tu, Autunno Dolciastro
Eri tu.









Saremo pronti a celebrere la vittoria,
e brinderemo lietamente sulle nostre rovine

venerdì, novembre 07, 2008

Senza cognizione

Sfinito
Pulsazioni emotive tanto mie quanto fonte di irritazione e prurito che vorrei grattar via
Malessere
Esausto nell'esprimere voci difficili che mi si strozzano in gola e impossibilitano le mie rivelazioni
Vorrei avere a volte altro corpo, mente e animo
Frasi fatte di piccoli insolenti anti-eroi di vita
Vorrei morire in una battaglia ed essere ricordato perché ho salvato la vita a sconosciuti che ne avevano bisogno.

Ma non amo la guerra.

lunedì, novembre 03, 2008

Armoniche vibrazioni Celesti

Vedi come è strano!
Strana è la psiche umana, strano il pensiero di un diciannovenne, contradditorio il suo essere e non essere, quello che potrebbe essere, ma che in realtà non è.
Hier, on sentait un air un peu étrange autour de moi, de la lourdeur et de l'odeur qui faisait penser à quelque chose de fermé, de vieux, qui stagnait, endormi, fatigué.
Ce soir on a changé un peu de point de vue: mais c'est pas un cas, une chose qui se passe seulement parce que on a eu de la chance.."Bon, voilà! Ce soir on va mieux, ahn?? Mais c'est toujours comme ça, il y a des jours où tout sourit, tout le monde aussi, et des jours dans lesquels on voudrait seulement s'enfermer dans une chambre et ne rien penser, donné que Penser aussi, il prend de l'énergie, donc il vaut mieux se taire et fermer les yeux".
Rien n'est pour un simple cas. Il y a de précises circonstances qui déterminent une situation, une émotion, un sentiment. Donc, on est toujours Faber aussi de ses propres petits chagrins, et de ses moments d'allegresse, ou de joie le meme.
Un jour avec mon meilleur ami, que j'aime.
Un cd particulier qui me donne un peu de bonheur, meme si on parle d'un cd, meme si on peut sembler trop materiel, mais c'est de la Bonne Musique!
Une photo qui me fait sourire.
Et un après-midi passé à étudier quelque chose qui me plait au jour le jour un peu plus, en ayant de la patience, de la volunté, parce que rien est vraiment facile.
Meme si je voudrais aller me coucher, on doit utiliser ce soupir de vie qui toujours on devrait nourrir, lentement, avec le sourire.
Questo calore attivo dovrebbe essere il concime della nostra crescita quotidiana.
E troppo spesso manca.
O sta lì, ma preferiamo non curarcene.
L'Uomo Nuovo si rigenera e cerca sempre la via del miglioramento, per se stesso.
Ma io davvero voglio pensare agli altri.
A Te P.
E a Loro.
(Lentamente capisco quanto sia egoista piangersi addosso).






martedì, ottobre 28, 2008

Nuvole di pioggia purificatrice

Ieri ho ufficialmente pagato il mio bollettino universitario, sono uno studente, immatricolato, a tutti gli effetti.

C'è una pioggia devastante, continua, che non da tregua, che non risparmia, cade giù forte, non ascolta le suppliche di chi vorrebbe essere baciato e non frustato in tal modo, cade, devasta, sparge demolisce irrompe. La poggia in fondo infonde tregua morale proprio nel suo essere tutt'altro che fenomeno rilassato, bensì rilassante, quando viene giù in modo soffocante, non ti da respiro e possibilità, e tu sei dentro casa, magari nel tuo lenzuolo e cerchi di riscaldarti soffiando aliti di calore nello spazio che rimane tra te e la sofficità.Tutto si trasforma quando c'è pioggia, non distingui le forme del mondo tanto care, amiche, rimpiangi i momenti in cui potresti osservarle, sole, sereno, vento rinfrescante, e non lo fai quasi mai. Che questo ti sia di lezione, il mondo è sempre lì e non aspetta la tua comoda flessione attiva, potrebbe essere tardi.Fiumi di liquido trasparente, giallo, marrone, nero, putrido, denso, stopposo, sabbie mobili, torrenti. Le scarpe completamente zuppe, anche se oggi accortamente/fortunatamente avevo messo le mie scarpe più grandi, quelle un pò da zecca.

Qualcuno lì su stasera è davvero incazzato.

Tra i fiumi del pianto purificatore ho ritrovato la BluNotte.

venerdì, ottobre 24, 2008

Statico nulfare tristemente

Mi sto accorgendo che i tasti del computer non riescono ad imprimere bene la lettera che io decido debba essere impressa sullo schermo, riluttanti, un pò stanchi, troppe volte abbattuti, troppe volte pesantemente colpiti.
Preso da un magone apparentemente immotivato e serenamente celato, mi aggiro per il mio mondo e mi sento un pò perduto. Riascoltando le canzoni che mi fanno tremare la pelle sul petto, e formicolare la pancia. Poi di nuovo quell'addensarsi di pesantezza sugli occhi, e mi distraggo. Anche se Reira continua a pulsare nei canali delle orecchie, e già tutto quel mondo si pone davanti alla mia fantastica visione di nostalgia gioiosa e bella perché mia.
Se n'è andata un pò di melanconia adesso, sono (ri)sollevato e voglio concludere oggi un altro capitolo di conoscenza, sperando che ogni giorno sia per me insegnante di nuovo e sempre ben accetto (?), aggettivosostantivato.

Buon week-end.

Non trovo immagini per questo mio Non so.

lunedì, ottobre 20, 2008

Disinfestazione aerea.

Ci sarebbe bisogno di una disinfestazione aerea.


Non puoi di certo immaginare che, tutto a posto durante la giornata, o meglio tutto più o meno tranquillo: arrivi alla sera, e tu, umore controllato, sbalzi emozionali non eccessivi, sei sballottolato tra discorsi bofonchiati rumoreggiando e spalle sempre dure davanti agli occhi. Desolazione, e rabbia.

Fai del tutto per non recar disturbo, diciamo che a volte può capitare, essere più egoisti ed essere particolarmente smaniosi di ottenere più del solito, sapendo che non è il tuo turno. No!E' molto semplice, sai? Basta dimenticare che già qualcuno aspetta il suo turno, possiede i suoi programmi più o meno ben collaudati,e gettarsi nella rete delle attività esclusivamente personali, fregandosene degli altri, delle loro altre attività personali. Vizio, il non pensare, "è tutto di mia proprietà".

A te intanto scoppia la testa e non riesci a far bene ciò che stai cercando di fare. Ma si, dai, semplice e pura amministrazione giornaliera, cos'è, ti sembra strano? Sveglia! Lo hai sempre saputo, se non parli tu, di certo nessuno lì verrà a sostenerti, o ad aprir bocca al posto tuo.


Trovo positivo esprimere alto esaurimento precoce utilizzando parole caute e leggere.

Diciamo.

martedì, ottobre 14, 2008

Perduto

Cosa c'è che non si può controllare?
Cos'è questo dannato istinto di distruggermi?

Solo e confuso perché un minuto pronto ed attivo, l'altro spento e deluso, così deludente, e poi vedo lacrime e fiumi di acqua dolce.
Voglio vivere in una bolla, e voglio che questa esploda, quando lo voglio io.
Tutto intorno, quello che amavo, lo voglio tenere stretto!E quello che ancora amo.

Peso di stomaco, ma perché.
Odio

venerdì, ottobre 10, 2008

Nausee con mal di testa ammorbanti

Non bisognerebbe litigare, discutere in modo contro producente ed esasperando i toni innanzi tutto.
Non si dovrebbe urlare, non si dovrebbe alzar la voce, non si dovrebbe insultare, alzar le mani, non si dovrebbe pensare di aver sempre ragione, ostinarsi, tenere il broncio, scalciare, battere i piedi, digrignare i denti, gridare e mettere i pugni, battere, combattere, abbattere.
Quanto è bello invece sorridere.

Io sono così debole, e ne ho paura.
Non si può più, lasciarsi vincere come se un modo per affrontare il Demone non ci sia.
E combatti e non rompere più.
Mi fa male la testa e ho un pò paura.
Il rispetto, la felicità altrui.
Lo faccio.

lunedì, ottobre 06, 2008

Muto

Avevo parole da pronunciare prima.
Pensieri da tramutare in segni conosciuti e da chiunque riconoscibili.
Anche mio fratello saprebbe leggerMi.


Ora so soltanto che la grandezza del gesto deve essere mio tesoro, e che IO devo sfruttare la vincita per ottenere e perfezionare/si.
Sotto le coperte al calduccio sicuro.

Muto. (in me)

sabato, settembre 13, 2008

Non penso ci siano sempre ragioni.

Abbasso il volume della tv, a me fondamentalmente non è mai fregato troppo di moto o formule uno, se non per improvvisi sbalzi di compagnia virilmente accolta non con eccessiva noia.
Metto su nel mio pc le canzoni che ultimamente maggiormente allietano il mio tempo, umore altalenante, non riesco a controllarlo molto bene, questo sentimento di distratta atmosfera, sospeso in un vuoto emozionale che disarma nella sua inconsistenza.

Leggo molto. Mi piace. E sembra riesca quindi a trovare il momento per me stesso. Che però così tante volte tengo lontano per paura di svenire davanti al fantasma che si nasconde dietro alle mie fantastiche immaginazioni, penso e ugualmente cerco di non pensare. Mi piace a volte sentirmi lontano dal mondo, e troppe volte soffro di questa lontananza. Paura che io non sia preso in considerazione, paura frustrante di crescere troppo violentemente, sono fragile, debole, forte e autoritario.


Estraneo in un mondo che tante volte mi fa stare bene, ed alcune, altrettanto numerose, mi fa vomitare dall'indifferenza, e dalle frasi non dette.
Quando io so che voi sapete, e voi pensate che io non sappia. Idioti.
Decido io quando, ma non rompete.

Un soffio costante sul collo, un peso di correttezza da presentare con lento impegno, è tanto difficile crescere!
Timore del prossimo essere me stesso, e di tante parti di cuore ormai andate via col vento della transizione, tante persone che amo non ci sono, non come prima, ed io a volte ne vengo nuovamente turbato.
Pensieri improvvisi e fastidiosi. So di essere debole, ma quando la palese verità si fa concretezza nel pulsare del sangue nel cuore, ne soffro e vorrei essere sordo allora, non solo di orecchi.

Il silenzio certe volte è tanto bello.


Lacrime non ce ne sono, perché la tristezza e il dolore sono altre amiche di questo stato di eccessiva astrattezza che sento dentro, e che mi rende solo? incompreso, perché io così voglio mostrare me stesso alle mie stesse Luci?
Apatica visione del mondo che circola.
Accade di sentirsi frenati da impulsi troppo spesso nemici.

L'unica chance si annida nella forza del proprio corpo: dai un calcio a tutta quella matassa di ritorta inettitudine e fai una ruota, sorridente. Sorridendo.









(Stai attento a non eseguire bruschi movimenti mai effettuati prima, potresti farti del male)

venerdì, settembre 05, 2008

Semplice condotta naturale

Penso a Renoir se dico tranquilla giornata di vita.
Non ho potuto ammirare questo quadro.
Volevo presentarlo a fine post.
Un sogno di linee ed onde immortali.



Capita spesso che si senta dire che la più giusta inclinazione emozionale per poter scrivere un post,una pagina di diario,una lettera sia una strana e lieve bolla di malinconia e di leggera angoscia,dal peso devastante,o meglio in molti ritengono che la tristezza sia fonte di profonda riflessione,e di introspezione meticolosa. Niente di più vero.
Ma mi rendo conto che alcune volte si debba testimoniare anche quanto sia semplice e soffice la naturalezza del vivere,quando lo si faccia davvero,per qualcuno,non solo per se stessi,per il futuro,il presente che a quel traguardo ci condurrà.

Più che altro credo questa sia una sfida contro me stesso,souvent pris da quegli sbalzi percettivi di sensazioni che mi travolgono,e i cauti sfoghi bloggari di altre sperdute terre virtuali ne possono essere l'esemplare dimostrazione.
La tranquillità deve essere ricercata,coltivata,nutrita,e si deve avere soprattutto il coraggio di essere parte del suo suono,questo richiede concentrazione e propensione all'esattezza generale.

E' bello sapere di non essere perfetti,ma di fare tutto quello che di buono può essere fatto per le persone che si amano,e udire a tua volta di ritorno quelle parole che dentro di te pronunci ogni giorno,pensando loro. Pecca di presunzione: può essere fatto sempre di più per le persone che si amano,sempre meglio,sempre nel modo più giusto.
Ecco,mi rendo conto però che lo stesso stile compositivo manca di qualcosa..
Quella solita sfumatura verdastra che contraddistingue ed esalta. Il problema è che ho paura di dire qualcosa che possa subito danneggiare,superstiziosi giochi mentali.
Ma io voglio riuscire sempre di più a delineare la forma vitale di questo mio buddha-siddharta-hachikò che mi contiene fedelmente,ma che non del tutto riesco ad afferrare. Non lascio fare al tempo: sono Io che agisco nel tempo.

E mi sono reso conto che vorrei trovarmi davanti ad una pagina vuota e scrivere non di me,ma di me attraverso altre parole,immagini,e dare spazio a ciò che mi rappresenta perché parte del mio mondo e del mio amore.

Alla ricerca di passioni (nascoste) multicolore.



martedì, settembre 02, 2008

Ticchettii alienanti

Questa melodia mi è entrata nelle orecchie lentamente,giorni trascorsi ad ascoltare quel nuovo cd in macchina,in viaggio,appostandosi nel discorrere,quella strana aura di incanto,viene da lontano,è autografato,è alternativamente affascinante.
Non ho ancora afferrato esattamente il senso di ogni singola parola,non le ho capite esattamente tutte.Poi ho letto il testo,è la mia canzone di fine estate.Ora suona dalle piccole casse del mio pc,vellutato sentimento elettronico ed innovativo,parole difficili,è una grande compositrice,in effetti.
Allevia questa rabbia che sta crescendo tanto e non conosco esattamente il motivo,la ragione,il fine a cui una cosa di per sé sbagliata potrebbe condurmi.
Ma non rabbia di quelle violente e bastardamente dissolutrici,una rabbia di delusione e di pessimo sconforto.
Non metto in dubbio sia il risultato di sorrisi mancati e promesse non mantenute,programmi già presi e poi dissolti dalla stupida mancanza di energica iniziativa.Quindi è relativa al giorno,è solo un momento.
Ma a me sembra che in realtà,dentro,tutto questo essere inadatti anche tra le mura della propria valle non sia un sintomo di amarezza momentanea,ma ci sia sempre stato,forte e rivoltante.
E non ci posso far niente se piango di insoddisfazione e rammarico!Ma sono la mia debolezza e la mia forza del reagire.
Ho bisogno di forti stoccate decise e consapevolezza,almeno del fatto che io esisto e che il mio piccolo mondo posso gestirlo io,il destino è mia proprietà,sono io il faber.
Trovo indifferenza intorno,pensando alle proprie vite il flusso dei respiri mi giunge sussurando agli orecchi stanchi e non riporta nient'altro se non la cadenza altrettanto stanca del loro scorrere.E' certo però che ognuno ha il suo momento di debolezza.
Io non voglio averlo,se non necessario.Magari per riflettere.
Già rifletto.
Voglio evolvere in una forma migliore.
Eppure,giocavo sempre ai pokémon.












E come
un facchino
cammino,
cercando
di non
cadere..

giovedì, agosto 28, 2008

Di me

Un ragazzo nella norma,fuori dal presente e in simbiosi con l'inesistente.
Un ragazzo non proprio come gli altri,nella sua norma che norma non ha.
Sogna di essere francese per sentir davvero suo l'armonico suono della r appena soffiata,e l'emozione di scoprire quanto bello sia comunicare con le persone.
Per l'altra metà,è italiano.
Deve affrontare uno dei momenti più difficili per un giovane uomo che niente sa,perché questo è l'importante:nell'ignoranza pronunziata,sta la conoscenza.
Affronta ad occhi chiusi quello che vive,ad occhi aperti se l'angelo lo sprona fino a farlo piangere,il suo amico alato,e allora capisce che è un peccato tenerli chiusi.
Non capisce in che luogo sia meglio correre,verso che meta,la direzione che sta seguendo è offuscata da dubbi nebbiosi che ricoprono la retta energica coscienza dell'essere,cade e tenta di rialzarsi.In qualche modo,ce la fa.
Ha sbagliato,sbaglia,non demorde,piange,urla,strepita,pensa sia pazzo,cos'è questa sofferenza?Sorride davanti all'acqua,davanti a una rete e a una palla,crede di sapere,ma in realtà sa di non sapere.E vuole scoprire.
Sta imparando cosa voglia dire Rispetto,verso gli altri,verso se stesso,rispetto meritato e guadagnato.Niente è gratuito.La più bella delle cose deve essere conquistata faticosamente,e se Fiducia manca,puoi anche dirti vinto.Per il momento.
Ha paura,ama la compagnia e la solitudine,a volte la solitudine in compagnia,a volte la compagnia,in solitudine.
In mezzo alla folla.
In disparte.
Senza essere toccato.
Un osservatore,e sempre più fedele ascoltatore.
Gli piace parlare,cantare con quella voce ancora troppo sgraziata,gli piace raccontare,ama piangere e capire che in ogni pianto c'è qualcosa di lui che viene fuori.Niente di più vitale.
Ma ha paura di non riuscire,di essere inadatto,pensa all'inerzia,all'inettitudine,riflette sull'incostanza,la maleducazione,la noia,il doloroso scoprirsi,sa che tutto si evolverà se giorno per giorno si impegna.Succede però che quando si sente solo molla,e pensa di sbagliare.Triste,lui è triste perché pensa alla tristezza,può sorridere se si impegna.
Gli piace ridere,sorridere.Non solo con la bocca.
Lui può essere tristezza,e abbandono.
Riso e allegrezza.
Lui è contento del suo voler crescere.
Vuole imparare,ed ammirare.
Ma in realtà gli piace il suo essere piccolo in un mondo di grandi.
Sa che sono tante le sfide.
Cerca di sorridere.
Il rit.