venerdì, gennaio 30, 2009

Novembre inoltrato

Il mondo continua a girare, ed io vorrei potesse fermarsi, ogni tanto, e impedire al tempo di rincorrere l'ansia di realizzazione insita nell'uomo, già in lui, da sempre, fermarsi un pò.
La notte giunge, ed io vorrei non fossero solamente le 10, ma mezzanotte inoltrata, finalmente sotto le coperte, con le braccia strette intorno alla pancia e le labbra che borbottano cose oramai prive di valore, ma che, retaggio infantile, acquietano l'animo.

Mi viene da piangere, invece vorrei tanto sorridere.
So che tutto ciò che cerco devo trovarlo nella forza di crescere, e nessuno mi regalerà mai niente, e questo vorrei tanto accettarlo e non sentirmi invece così schiacciato da un macigno senza nome ogni volta che mi smarrisco e sento gli occhi inumidirsi, o perdo la pazienza, e mi "sbatto", da una parte all'altra.




E poi penso al resto del mondo che muore di fame, di guerra, di freddo, di egoismo, e tutto cresce ancora più vertiginoso, e mi sento sprofondare.
Ci sono momenti che non vorrei rivivere, ma poi capita di esserci dentro, ancora, ancora.

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martedì, gennaio 27, 2009

Sembra lo si voglia dimenticare

Non è un falso buonismo, non è assolutamente ostentare una facciata di cordiale comprensione-apprensione, seguire la moda comportamentale del bravo storico sensibilizzato nel ricordo di avvenimenti universalmente atroci.
E' semplicemente senso di umanità e profonda amarezza, impotenza, tristezza, di fronte a tutto ciò che è stato.
Spesso mi accorgo del fatto che su questo spazio non scrivo serie valutazioni personali, forse per paura di sbagliare, avendo ancora molte cose da capire, tendo comunque in generale a sottovalutare.

Questa sera però sono stato spinto da una rabbia improvvisa e gelida, mi sono stancato di udire la sommessa indifferenza della gente, che non credo non abbia un cuore, ma che si riveste di controtendenza, di fare alternativo e atteggia superba la propria indifferenza. Ci vorrà pur qualcuno che "fa l'alternativo", no? Freghiamocene, ed andiamo a festeggiare con una bella bevuta. Ma si.

Ho semplicemente chiesto di non dimenticare, anche se la vita va avanti, anche se ora altre migliaia di persone muoiono, ancora, come tutti i giorni nella storia dell'uomo che vive e che calpesta il suo simile per raggiungere i propri obbiettivi. Nel Vicino Oriente, come in tutte quelle regioni sconosciute o classificate di Terza importanza, in cui regna il dittatoriale silenzio nelle gole di uomini troppo stanchi per denunciare la sporcizia intorno a loro. Oppure codardi. Oppure siamo noi che non lo sappiamo.

Mi sento triste, perché tutto va in rovina, ma sento ancora voci soffiate che accarezzano la speranza puramente umana.
Sono fortunato, ho delle coperte sotto cui dormire.

domenica, gennaio 25, 2009

Low Profile!(Cioè, renditi conto)

Non credevo sarei riuscito a scrivere questo mio pensiero volante notturno, rientrato a casa ho trovato la corrente staccata, tutto buio. Ho acceso una candela da sempre lì accanto ai miei oli ma mai accesa, ho ritenuto potesse essere utile scrivere un pensiero volante notturno dopo aver trascorso una serata a riflettere sul senso attuale dell'insicurezza umana che si fa forza nella debolezza, si nasconde dietro a falsi veli che si crede riescano ad ingannare, ma infine fanno percepire tutto.Traspare tutto,chi sa leggere il movimento sussultuoso dell'occhio che sfugge all'ala fiammante della radice colorata, sa intravedere anche quegli spazi che rimangono bianchi, in cui viene a formarsi la risposta che stai aspettando, non quella che tu credi sia, ma semplicemente una risposta. Niente è a caso e tutto è in una posizione di precisa correlazione con miliardi di altre cose-elementi-caratteri tutt'intorno.Non ci si può dissociare quando lo si decide,e poi connettersi per dar sfogo all'egoistica ricerca di conforto momentaneo.
(Poi ho capito che bastava tirare su la levetta del contatore vicino al telefono in corridoio, forse è scattato perché stasera c'è stata una brutta pioggia, ed io a guidare stordito -alla vista- da fari troppo alti e perso in nubi di gocce rafferme a creare uno spazio per procedere in una melma tossica).
Si rischia in qualunque circostanza, qualsiasi sia la strada che si scorge come quella possibile: bene ricordarsi sempre però che la più breve, la più facile, quella che determina un minor dispendio di energie, meno noia, meno pensiero-a-cui-deve-seguire-un-atto, meno frustrazione conseguente alla consapevolezza del dover far qualcosa, non porta quasi mai al tuo bene. La strada più facile nasconde la tua passiva rassegnazione alla realtà che non hai mai accettato e che forse non hai mai voluto cambiare, non ci sono cose che non si possono fare, ci sono cose che invece in modo inconscio, ma lucido quand meme, tu decidi di non fare perché perseguitato da una nuvoletta di vittimismo in cui trovi maggior immediato riconoscimento, l'immagine di un personaggio stilizzato che rincorr
e il crogiolo del suo male, una culla in cui poter comodamente piangere lacrime pessime, intrise di pura arroganza pronta solo a dissolvere.
Non esiste l'autoconvincimento nell'esattezza di una pratica che provoca Male, il male non è esattezza, nessuno giudica il modo in cui dovresti raggiungere questo bene. Forse neanche io lo conosco, c'est qui, Moi? Non sono seduto su nessun piedistallo, intendiamoci. Lo so bene, anche io.
Troppo facile dire che si è provato, che si è fatto il possibile, che si è tentato, che forse è il mio destino, che voglio star male. Che questa è la mia vita. Rischia la bellezza di questo bene. Qualunque esso sia. Luogo comune dell'uomo che non rischia l'ebbrezza della pursuit of happiness: tra l'ignoto e un presente mediocre, barbaro, incostante, equilibrato di pesi nulli, preferisco il crogiolo del discreto avvenire.

-Non sono problemi tuoi! Mi risponderesti..Voglio essere la mia gabbia, la mia porticina liberatoria, le mie mani la chiave, la mia pelle lo scheletro metallico. Ma se il mondo finisse in te, cosa acquisteresti? Cosa doneresti tu, a questo? Quale la gioia, quale la spasmodica attesa, quale la sconfitta, la vincita, la vittoria, la perdita? Da soli niente è tuo compagno di avventura, freddo, ghiaccio e pietra. Solo se tu, libellula in mezzo ad altre libellule, capirai di non essere la sola, tutto potrà cominciare ad avere un inizio, di svolgimento, risoluzione, complicazione, di fine, più facile è offuscare la dorata volontà di antica consapevolezza del grigiore paralizzante. Si crede di essere giustificati.
Smarrito come una dolce Caterina vado in città e mi meraviglio di quanto sia vario il mondo.
E desidero anche io affermarmi.
(Acceso il modem, la candela è la mia fonte di illuminazione, non accendo la lampadina per farmi luce. Allora comincio a scrivere).




Writing something while your ears hear a sweet
instrumental voice. AnimaAmina.