domenica, gennaio 25, 2009

Low Profile!(Cioè, renditi conto)

Non credevo sarei riuscito a scrivere questo mio pensiero volante notturno, rientrato a casa ho trovato la corrente staccata, tutto buio. Ho acceso una candela da sempre lì accanto ai miei oli ma mai accesa, ho ritenuto potesse essere utile scrivere un pensiero volante notturno dopo aver trascorso una serata a riflettere sul senso attuale dell'insicurezza umana che si fa forza nella debolezza, si nasconde dietro a falsi veli che si crede riescano ad ingannare, ma infine fanno percepire tutto.Traspare tutto,chi sa leggere il movimento sussultuoso dell'occhio che sfugge all'ala fiammante della radice colorata, sa intravedere anche quegli spazi che rimangono bianchi, in cui viene a formarsi la risposta che stai aspettando, non quella che tu credi sia, ma semplicemente una risposta. Niente è a caso e tutto è in una posizione di precisa correlazione con miliardi di altre cose-elementi-caratteri tutt'intorno.Non ci si può dissociare quando lo si decide,e poi connettersi per dar sfogo all'egoistica ricerca di conforto momentaneo.
(Poi ho capito che bastava tirare su la levetta del contatore vicino al telefono in corridoio, forse è scattato perché stasera c'è stata una brutta pioggia, ed io a guidare stordito -alla vista- da fari troppo alti e perso in nubi di gocce rafferme a creare uno spazio per procedere in una melma tossica).
Si rischia in qualunque circostanza, qualsiasi sia la strada che si scorge come quella possibile: bene ricordarsi sempre però che la più breve, la più facile, quella che determina un minor dispendio di energie, meno noia, meno pensiero-a-cui-deve-seguire-un-atto, meno frustrazione conseguente alla consapevolezza del dover far qualcosa, non porta quasi mai al tuo bene. La strada più facile nasconde la tua passiva rassegnazione alla realtà che non hai mai accettato e che forse non hai mai voluto cambiare, non ci sono cose che non si possono fare, ci sono cose che invece in modo inconscio, ma lucido quand meme, tu decidi di non fare perché perseguitato da una nuvoletta di vittimismo in cui trovi maggior immediato riconoscimento, l'immagine di un personaggio stilizzato che rincorr
e il crogiolo del suo male, una culla in cui poter comodamente piangere lacrime pessime, intrise di pura arroganza pronta solo a dissolvere.
Non esiste l'autoconvincimento nell'esattezza di una pratica che provoca Male, il male non è esattezza, nessuno giudica il modo in cui dovresti raggiungere questo bene. Forse neanche io lo conosco, c'est qui, Moi? Non sono seduto su nessun piedistallo, intendiamoci. Lo so bene, anche io.
Troppo facile dire che si è provato, che si è fatto il possibile, che si è tentato, che forse è il mio destino, che voglio star male. Che questa è la mia vita. Rischia la bellezza di questo bene. Qualunque esso sia. Luogo comune dell'uomo che non rischia l'ebbrezza della pursuit of happiness: tra l'ignoto e un presente mediocre, barbaro, incostante, equilibrato di pesi nulli, preferisco il crogiolo del discreto avvenire.

-Non sono problemi tuoi! Mi risponderesti..Voglio essere la mia gabbia, la mia porticina liberatoria, le mie mani la chiave, la mia pelle lo scheletro metallico. Ma se il mondo finisse in te, cosa acquisteresti? Cosa doneresti tu, a questo? Quale la gioia, quale la spasmodica attesa, quale la sconfitta, la vincita, la vittoria, la perdita? Da soli niente è tuo compagno di avventura, freddo, ghiaccio e pietra. Solo se tu, libellula in mezzo ad altre libellule, capirai di non essere la sola, tutto potrà cominciare ad avere un inizio, di svolgimento, risoluzione, complicazione, di fine, più facile è offuscare la dorata volontà di antica consapevolezza del grigiore paralizzante. Si crede di essere giustificati.
Smarrito come una dolce Caterina vado in città e mi meraviglio di quanto sia vario il mondo.
E desidero anche io affermarmi.
(Acceso il modem, la candela è la mia fonte di illuminazione, non accendo la lampadina per farmi luce. Allora comincio a scrivere).




Writing something while your ears hear a sweet
instrumental voice. AnimaAmina.

1 commento:

sunflower ha detto...

Vorrei anche io sapermi regalare pensieri simili quando manca la luce…e invece penso solo a correre verso l’interruttore per vedere come accenderla…troppo concreta e poco riflessiva?…e non solo quando manca la luce che la compagnia elettrica ci somministra, ma anche in senso lato…a presto...Emi